PER SEMPRE PABLITO

PER SEMPRE PABLITO

Forse, non tutti, si ricordano che questo signore è stato uno dei pochi italiani a vincere il pallone d’oro, meritandoselo a suon di goal.

I goal che hanno fatto sognare una intera generazione e che hanno unito un Paese.

Era l’anno dei mondiali 1982 e nessuno avrebbe scommesso un centesimo per la nazionale italiana di Bearzot, con un inizio stentato e con il sig. Rossi (un sig. Rossi qualsiasi) a secco di reti.

Nella fase finale proprio contro le più forti nazionali, il sogno di un bambino durato una vita iniziò ad avverarsi, la voglia di far bene per lui, per i compagni e per chi aveva scommesso su di lui a luce spenta, accese i motori e aprì le ali per un grande successo.

Il sig. Rossi si trasformò in “Pablito”, il mattatore che mise in ginocchio la Polonia, Argentina, Brasile e Germania, quel ragazzetto minuto e mingherlino che sgusciava e schizzava nello spazio di pochi metri bruciando tempi e movimenti, trasformandoli in goal.

E’ andato via troppo presto…è andato via un grande signore, un vero signore, di quelli che ne esistono in pochi, di quelli che non hanno fatto un vanto della loro notorietà, di quelli che non c’è bisogno di strafare per fare odience, o come si dice oggi…follower, è stato un eroe a tutto tondo, un eroe che ha sognato da ragazzo fino compiere l’impresa nella sua semplicità di atleta e di calciatore, con la voglia e con la volontà di riuscirci.

In una intervista disse: “il calcio mi impegna tanto, fra allenamenti, infortuni, partite…ma devo assolutamente pensare prima a diplomarmi.”

Paolo, un esempio da prendere come riferimento, nella vita e nello sport…basta crederci e volerlo e sorridere come sempre ha sorriso lui, con tutti.

Addio Pablito.